A cura di:
Daniele Bergami, Maître, Docente della Scuola alberghiera di Serramazzoni (MO) e Sommelier professionista
Daniele Bergami, Maître, Docente della Scuola alberghiera di Serramazzoni (MO) e Sommelier professionista
Ricordiamoci che la parola Galateo, diventata sinonimo di "Bon ton", "Buona educazione“ deriva dalla forma latina del nome di Galeazzo (Galatheus) Florimonte, vescovo di Sessa il quale volle che l’autore mettesse per iscritto le proprie “lezioni di autore” ideate per un ragazzo di buona famiglia.
L'autore era Monsignor della Casa, suo tutore, pubblicato postumo nel 1558.
TITOLO ORIGINALE
Trattato nel quale, sotto la persona d'un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de' modi che si debbono o tenere o schifare nella comune conversazione, cognominato Galateo overo de' costumi
(1551-1555)
L'autore era Monsignor della Casa, suo tutore, pubblicato postumo nel 1558.
TITOLO ORIGINALE
Trattato nel quale, sotto la persona d'un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de' modi che si debbono o tenere o schifare nella comune conversazione, cognominato Galateo overo de' costumi
(1551-1555)
Ancora oggi viene considerata la Bibbia del Bon Ton ma, parere personalissimo, da inesperto, ritengo che gli eventi storici, la tecnologia e le scoperte scientifiche influenzino la nostra vita e anche i dettami della Buona educazione.
Prendiamo ad esempio il fumo: oggi siamo tutti ben informati sui danni del fumo passivo e, solo una persona maleducata accenderebbe una sigaretta in casa vostra, senza prima chiedervi il consenso. In presenza poi di bambini, non dovrebbe neanche domandarlo!
Qualche suggerimento tratto direttamente dal Trattato originale, capitolo III
Qualche suggerimento tratto direttamente dal Trattato originale, capitolo III
“cose laide da non fare o nominare”:
….Sconvenevol costume è anco, quando alcuno mette il naso in sul bicchier del vino che altri ha a bere, o su la vivanda che altri dee mangiare, per cagion di fiutarla; anzi non vorre' io che egli fiutasse pur quello che egli stesso dee bersi o mangiarsi, poscia che dal naso possono cader di quelle cose che l'uomo ave a schifo, eziandio che allora non caggino.
….Sconvenevol costume è anco, quando alcuno mette il naso in sul bicchier del vino che altri ha a bere, o su la vivanda che altri dee mangiare, per cagion di fiutarla; anzi non vorre' io che egli fiutasse pur quello che egli stesso dee bersi o mangiarsi, poscia che dal naso possono cader di quelle cose che l'uomo ave a schifo, eziandio che allora non caggino.
Mentre dal capitolo XIX° riporto:
“Non istà bene grattarsi, sedendo a tavola… Non istà medesimamente bene a fregarsi i denti con la tovagliuola, e meno col dito… E chi porta legato al collo lo stuzzicadenti erra senza fallo...”
Questo strumento era ritenuto assai importante: nel Rinascimento ne troviamo anche in oro e riccamente decorati; solitamente veniva messo in 'bella mostra' portato al collo come un gioiello di famiglia (a volte comunque lo erano veramente).
Il nostro Monsignore a lungo si battè contro questa consuetudine poco 'principesca' ...
Un'ultima curiosità sullo 'stuzzicadenti': nell'antica Roma, era considerato un preziosissimo strumento; in legno ma anche in argento, veniva utilizzato - da un lato - per nettarsi i denti, per prendere la carne presentata - dall'altro - ... per pulirsi le orecchie!
Se avete domande da rivolgere a Daniele, per eventi od occasioni particolari, scrivete a vivereventi@yahoo.it
Gli argomenti più interessanti li pubblicheremo!
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